Three extracts from my exhibition at the inauguration of the art show "Raging Babies - Mostra di Lorenzo Tonda".
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Raging Babies
di Gian Luigi Corinto
Non c’è niente di più terribile di un bambino innocente. La sua rabbia può essere devastante, soggetta al potere degli oggetti, delle forme e della fascinazione del sentirsi puri. Gli essere umani sono attratti dall’eccesso, capaci di mettere in campo energie esorbitanti, fantasie, trazioni, necessità, bisogni e desideri infiniti e sempre candidi. Oggi ci sentiamo in trappola. Eppure nella trappola ci sentiamo bene, realizzati, in compagnia di amici e parenti, allegri, ridiamo perfino, stappiamo vini d’annata per festeggiare. L’economia che ci governa è basata sulla pretesa dell’universalità del principio dello spendere, il sole che illumina la società con i raggi potenti dell’utilità che, invece di farci felici, origina l’accumulazione di risparmio, di capitale e di potere. Così che i bambini diventano furiosi per la mancanza perenne di cose, e si gettano volentieri e senza freni in una lotta fisica, in una rissa perenne, per ottenere qualcosa che è a portata di mano. E perché non dovrebbe essere così? Ma c’è una contraddizione inconcepibile tra volere le cose––più inutili sono più danno gioia––e il risparmio di capitale. È come se qualcuno che getta le caramelle in aria diventasse l’uomo più potente della terra solo per il fatto di fare un gesto di lancio di oggetti brillanti contro il cielo: subito i bambini entreranno in lotta furiosa per la conquista di un pugno di caramelle, ci dice Lorenzo Tonda. In questo non c’è traccia di ambiguità e la lotta si merita il centro della scena e la massima attenzione. I suoi bambini arrabbiati sono al centro del quadrato, entro cui si rappresenta sia la distinzione che il groviglio delle forme, alcune morbide, altre dure. Le morbide sono quelle di carne, sono vive e hanno sesso; le dure sono pure e si impongono nette nella scena. Per riconoscere le caramelle gettate in aria da una mano invisibile ci vuole un occhio esperto, quello ingenuo dei bambini. Mentre le forme dure della geometria si vedono benissimo, sono evidenti a tutti e a ognuno di noi con i loro spigoli. Sono perfette nella completa astrazione della forma: quasi abbiano consapevolezza di sé.
Il potere ha la consistenza ambigua dell’aria, si respira con essa, nasconde il contrasto tra consumo e risparmio, come quello insanabile tra parola e verità, tra libertà individuale e consapevolezza collettiva. Come si fa a raccontare la verità usando parole che sono sempre e comunque metafore di oggetti e non la materia stessa? Ci dobbiamo per forza muovere nella grammatica e nella sintassi del discorso sulle cose e mai tra di esse come sono nel mondo. I fedeli invasati dal Santo non sanno più parlare nella lingua che usavano fino a qualche momento prima dell’estasi e, vedendo il paradiso, articolano parole incomprensibili come segno del possesso divino. L’ideologia non ci viene in aiuto, ognuna di quelle finora formulate è priva di senso e non guarisce più le ferite aperte, non risolve il potere né l’economia politica. Ci rimane solo l’arte, che si manifesta attraverso la mano ferma di un artista come Lorenzo Tonda che, opportunamente, spreca il tempo nel consumo aristocratico del proprio talento artigiano. È lo spreco, l’eccesso di energia, la vera natura artistica dei bambini, che non esauriscono mai l’ingenua ricerca del confronto fisico. Lorenzo Tonda ingaggia la sua personale lotta con la forza della pittura e della sua materia. Nell’insieme della composizione e nel particolare dei segni si estrinseca la sua sapienza artigianale che, solo quando si fa poetica consapevole di un’ineffabile profondità dello spreco aristocratico, ha senso e non resta fine a se stessa. Questo è il caso. Solo chi spreca è in grado di regalare un discorso artistico compiuto, il solo entro il quale colori e forme prendono il loro vero senso.
released January 18, 2019